Borse europee in calo; il FTSE 100 altalenante dopo la contrazione inattesa dell’economia britannica

Le principali borse europee hanno aperto in ribasso giovedì, appesantite da un contesto globale incerto e da nuovi segnali negativi provenienti dall’economia britannica. Il FTSE 100 di Londra, dopo aver chiuso mercoledì su un massimo storico, ha registrato movimenti altalenanti, restando appena sopra la parità nelle prime ore di contrattazione.

A pesare sull’umore degli investitori è stata la notizia di un calo dello 0,3% del PIL del Regno Unito nel mese di aprile, una contrazione superiore alle attese e attribuita in gran parte alla forte diminuzione delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica (ONS), le esportazioni britanniche verso gli USA sono diminuite di 2 miliardi di sterline (circa 2,71 miliardi di dollari), registrando il calo mensile più marcato dal 1997, anno in cui sono iniziate le rilevazioni ufficiali.

Il valore totale delle esportazioni è sceso ai livelli più bassi dal febbraio 2022. L’ONS ha sottolineato che tale flessione è probabilmente collegata all’entrata in vigore di nuovi dazi doganali da parte degli Stati Uniti, che hanno reso meno conveniente l’importazione di beni britannici.

Anche le importazioni dagli Stati Uniti verso il Regno Unito hanno registrato una flessione, con una diminuzione di 400 milioni di sterline nello stesso mese.

Sebbene a inizio maggio Londra e Washington abbiano annunciato una bozza di accordo commerciale, questo prevede ancora dazi generalizzati del 10% su tutti i prodotti britannici esportati negli USA. Inoltre, non essendo stato ancora pienamente attuato, mantiene in vigore tariffe del 25% su acciaio, alluminio e autoveicoli.

Il quadro generale del commercio estero britannico risulta quindi in peggioramento. Nel trimestre conclusosi ad aprile, il deficit commerciale di beni è aumentato di 4,4 miliardi di sterline, raggiungendo i 60 miliardi. Allo stesso tempo, l’avanzo nel settore dei servizi si è ridotto di 500 milioni, attestandosi a 48,5 miliardi di sterline.

La situazione si inserisce in un contesto internazionale già complesso. Gli Stati Uniti, infatti, hanno confermato l’intenzione di mantenere i dazi elevati nei confronti della Cina, mentre i negoziati commerciali con altri partner chiave sembrano destinati a protrarsi oltre la scadenza iniziale fissata al 9 luglio.

In questo clima di incertezza, i mercati europei appaiono cauti, in attesa di ulteriori sviluppi geopolitici e macroeconomici che potrebbero influenzare le prospettive di crescita e i flussi commerciali globali.