Oro in rialzo: il premio per il rischio potrebbe durare a lungo

Il crollo del dollaro e l’aumento della volatilità spingono l’oro verso nuovi massimi

Nel mese di aprile, il prezzo dell’oro ha continuato la sua corsa al rialzo, superando la soglia di 3.500 dollari l’oncia nelle contrattazioni intraday. Sebbene abbia successivamente corretto dai suoi massimi storici, il metallo prezioso ha chiuso comunque il mese su livelli elevati, attestandosi sopra i 3.300 dollari l’oncia, con un incremento del 6% rispetto al mese precedente.

Tuttavia, i rendimenti dell’oro sono stati più contenuti se misurati in valute dei mercati sviluppati, e in franchi svizzeri si è registrata addirittura una leggera flessione, principalmente a causa dell’apprezzamento della valuta locale rispetto al dollaro statunitense.

Secondo il nostro modello di attribuzione dei rendimenti dell’oro (Gold Return Attribution Model – GRAM), uno dei principali motori della performance dell’oro ad aprile è stato il forte deprezzamento del dollaro USA. Questo effetto è stato evidenziato nella componente del modello denominata “costo opportunità (valutario)”. Tra gli altri fattori determinanti figurano un brusco aumento della volatilità dei mercati finanziari e le rinnovate tensioni geopolitiche, racchiuse nella categoria “rischio e incertezza”.

Il modello suggerisce inoltre che una parte della pressione al ribasso sui prezzi dell’oro verso fine mese possa essere attribuita a una fase di normalizzazione dei mercati, indicata nel modello come “momentum negativo”. È plausibile che alcuni investitori abbiano deciso di incassare i profitti maturati dopo quattro mesi consecutivi di forti guadagni sul metallo giallo.

L’attuale contesto di incertezza macroeconomica e geopolitica, unito al calo del rendimento reale delle attività prive di rischio, ha reso l’oro una scelta attraente per la diversificazione e la protezione del portafoglio. Inoltre, il comportamento degli investitori suggerisce che il premio per il rischio legato all’oro – ovvero la valutazione aggiuntiva che riflette l’avversione al rischio – potrebbe persistere ancora nel breve e medio termine, sostenendo i prezzi anche in assenza di nuovi picchi di domanda.

Resta da vedere se i prossimi mesi confermeranno questa tendenza o se assisteremo a una maggiore stabilizzazione dei mercati che potrebbe ridurre l’interesse speculativo sull’oro. Tuttavia, per ora, il metallo prezioso continua a brillare come bene rifugio in un mondo segnato dall’instabilità.