Lunedì il prezzo dell’oro è rimasto pressoché invariato, mentre gli investitori hanno adottato un approccio cauto in attesa dei colloqui tra Stati Uniti e Cina previsti per la giornata. L’ottimismo crescente per una possibile distensione tra le due maggiori economie mondiali ha mantenuto il metallo prezioso stabile.
Alle ore 05:43 GMT, l’oro spot ha registrato un lieve rialzo dello 0,1%, attestandosi a 3.313,54 dollari l’oncia. Al contrario, i future sull’oro negli Stati Uniti hanno perso lo 0,4%, scendendo a 3.333,80 dollari l’oncia.
Tre alti funzionari dell’amministrazione del presidente americano Donald Trump incontreranno i loro omologhi cinesi a Londra per discutere delle tensioni commerciali che da mesi agitano i mercati internazionali. I mercati guardano con attenzione a questo appuntamento, nella speranza che possa segnare un passo verso la distensione.
Secondo Kelvin Wong, analista senior per la regione Asia-Pacifico presso OANDA, i trader a breve termine evitano di prendere posizioni troppo aggressive prima di conoscere l’esito dei colloqui. Wong sottolinea che, sebbene non ci si aspetti l’eliminazione dei dazi, l’incontro potrebbe comunque contribuire a ridurre le tensioni. Tuttavia, i costi operativi negli Stati Uniti rimarranno elevati e il crescente deficit federale potrebbe aumentare le pressioni inflazionistiche.
Dal punto di vista tecnico, secondo l’analista Wang Tao di Reuters, l’oro spot potrebbe nuovamente testare un livello di supporto a 3.296 dollari. Una rottura sotto tale soglia potrebbe spingere il prezzo fino a 3.262 dollari l’oncia.
Nel frattempo, i dati sull’occupazione negli Stati Uniti hanno superato le aspettative. Le buste paga non agricole sono cresciute oltre le previsioni, accompagnate da un aumento dei salari, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile. Di conseguenza, gli investitori hanno rivisto le loro aspettative sui tagli dei tassi d’interesse della Federal Reserve per l’anno in corso: da due tagli previsti si è passati a uno solo, ipotizzato per il mese di ottobre.
Un altro dato chiave atteso per questa settimana è l’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti, in uscita mercoledì, che potrebbe fornire ulteriori indicazioni sulle mosse future della Fed.
In parallelo, Trump ha dichiarato che la nomina del prossimo presidente della Federal Reserve sarà annunciata a breve, aggiungendo che, a suo avviso, un “buon presidente” della Fed dovrebbe optare per un abbassamento dei tassi.
L’oro, considerato da sempre un bene rifugio, tende a beneficiare dei periodi di incertezza e di contesti con tassi d’interesse contenuti.
Inoltre, secondo i dati ufficiali, la banca centrale cinese ha incrementato le proprie riserve auree per il settimo mese consecutivo nel mese di maggio.
Anche gli altri metalli preziosi hanno mostrato movimenti contenuti: l’argento spot è salito dello 0,2% raggiungendo i 36,03 dollari l’oncia, il platino ha guadagnato l’1,6% arrivando a 1.187,80 dollari, mentre il palladio ha perso lo 0,1%, scendendo a 1.045,61 dollari l’oncia.